Acquista importanza solamente in presenza di un grave problema, che sia di deambulazione o, addirittura, mortale. Solo di recente, l’argomento ha trovato più spazio e informazione a causa degli eventi che si sono susseguiti. Ovviamente, stiamo parlando dell’ancora temuto Covid-19: mesi di coprifuoco chiusi in casa, chiusura temporanea delle strutture sportive e l’ormai famosissimo smartworking hanno letteralmente “distrutto” la nostra postura. Non c’è dubbio che lavorare da casa comodamente seduti sia molto confortevole: vuoi mettere rispondere alle mail del proprio capo con indosso il pigiamone, magari ancora a letto e con vicino una bella tazza di the? Non c’è partita, la comodità vince 10 a 0. D’altro canto, se già in precedenza una persona conduceva uno stile di vita sedentario, lo smartworking ha contribuito sensibilmente a peggiorarlo, con tutti i problemi del caso che ne derivano: quella bella voglia di non fare niente, depressione, solitudine e attività fisica meno di zero.
Ma, come tutte le belle cose, prima o poi finiscono. E una volta finite si fa il conto dei danni. Ed ecco che cominciano a venir fuori i primi problemi tra cui, uno su tutti, il classico mal di schiena derivante da postura errata. Non serve un genio per capire che lo smartworking ha sì aiutato molto, ma ha anche peggiorato le posture di tutti: se già al lavoro si manteneva un atteggiamento curvo sulla scrivania, a casa ancor di più. E allora tutti a pensare “devo fare un po’ di ginnastica posturale perché ho una postura sbagliata”.
E perché quando mi guardo allo specchio e vedo che ho un atteggiamento sbagliato, mi sento benissimo (per ora) lo stesso? Il termine postura deriva dal latino posĭtura, letteralmente posizione. Indica come il corpo umano si posiziona nello spazio in relazione ai vari segmenti corporei. O meglio, per dirla in termini più scientifici, l’organizzazione del corpo il cui scopo è quello di garantire la miglior sopravvivenza. Con quest’ultima definizione, entriamo già più nello specifico perché si parla di sopravvivenza. Ed è corretto, perché in fin dei conti l’uomo non è altro che un animale, con un cervello più sviluppato rispetto alle altre specie, fattore che gli ha permesso finora di conservarsi su questo pianeta. Oggigiorno, siamo concentrati su così tante cose diverse che sembra assurdo pensare all’uomo come una specie che cerca di sopravvivere, ma in realtà è proprio così.
La postura non fa altro che dipendere da questo concetto. Difatti, il nostro stesso corpo risponde a tre leggi fondamentali:
Il nostro corpo vive perciò basandosi su queste tre leggi fondamentali e la postura non è altro che la vita vissuta secondo queste regole. È il riflesso di un vissuto ereditario e personale, è espressione della nostra storia e di tutto ciò che abbiamo passato nella nostra esistenza (traumi fisici, psicologici, gioie, dolori).
Ma non solo: adattamenti posturali del corpo per non sentire dolore di cui nemmeno ce ne rendiamo conto o in relazione all’ambiente che ci circonda, allo stile di vita e alla sua qualità.
Secondo Léopold Busquet, fisioterapista e osteopata, grande studioso delle catene muscolari, l’uomo pur di non soffrire fa di tutto: si torce, si flette, si piega, riduce la sua mobilità. Per vivere in modo confortevole inventa schemi di compenso, soluzioni posturali.
A pensarci bene, però, il nostro corpo è composto da tantissimi muscoli. Non potrebbero quindi aiutarmi a mantenere una postura bella dritta così da evitare di soffrire di mal di schiena in futuro? La risposta a questa domanda è, ovviamente, no.
No perché anche i muscoli, come tutto il nostro corpo, cercano di soddisfare una delle leggi fondamentali,
ovvero l’economia: riportarci in postura corretta sarebbe un dispendio energetico non da poco. Si cerca quindi di adottare una modificazione posturale per preservare energia.
Il nostro corpo ragiona come una macchina perfetta: siamo noi che spesso chiediamo di più di quello che potremmo avere. Per far fronte al problema della postura in ufficio, in diversi paesi europei sono stati fatti notevoli miglioramenti.
Basterebbe davvero poco per fare prevenzione nel modo corretto: una scrivania più alta, un leggio su cui poggiare il pc, una sedia ergonomica sono solo alcuni esempi.
E fuori dal lavoro, quali opzioni ci restano?